Quando nel 1981 Battiato incise La voce del padrone e conquistò lItalia con vendite record e concerti affollatissimi (ricordo con particolare tenerezza un concerto allArena di Verona nel 1982, in cui dal pubblico arrivavano urla del tipo: “Bono!!!!”), i soliti furbastri dell’industria discografica italiana decisero che, in un modo o nell’altro, dovevano lucrare sulla fama di questo personaggio… così, la Ricordi (con cui Battiato aveva inciso i suoi primi album allinizio degli anni 70) decise di rimettere in circolazione, in pieno periodo new wave, i dischi in cui Franco sperimentava con i sintetizzatori e diceva la sua sul prog… non so quanto sia riuscita ad arricchirsi la Ricordi ristampando quei dischi, ma io sono contento di averli (anni dopo ho messo da parte i vinili e li ho ricomprati in cd).
Sempre nello stesso periodo, la Fabbri fece un ragionamento molto bieco: Battiato incide per la EMI (e la EMI si sta arricchendo), prima incideva per la Ricordi (e, molto probabilmente, si sta arricchendo anche lei)… ma, ancora prima, per chi incideva?
Ve lo dico io: tra il 67 ed il 70, Battiato cantava canzoncine pop melodiche (quasi sempre scritte da altri) incise su dischi di plastica pieghevoli che venivano dati in omaggio a chi comprava in edicola un’imitazione della Settimana Enigmistica (“un settimanale che vanta svariati tentativi di imitazione”).
La Fabbri comprò i diritti di quelle canzoni (spendendo più o meno 12 lire), le raccolse in un LP e lo commercializzò in edicola nella collana Superstar, che presentava “il meglio” della produzione cantautoriale italiana.
Non credo che questa geniale intuizione fruttò molto alla Fabbri, perché il Battiato del 67 era mooooooooolto diverso dal Battiato new wave (ma anche dal Battiato prog)… tanto per dare l’idea: io questo disco l’ho comprato per posta, più o meno 15 anni fa, pagandolo 2900 lire… (attualmente il disco ha raggiunto delle quotazioni fantascientifiche nel mercato dei collezionisti e io l’ho ribattezzato “il mio fondo pensione”, ma questa è unaltra storia…).
Questa premessa un po gratuita mi serviva per dire che in questi giorni sta succedendo qualcosa di analogo con i Baustelle, anche se i tempi sono decisamente cambiati: cominciano a circolare delle demo, ma stavolta, per fortuna, non ci lucra nessuno…
Se si va a fare shopping discografico in groppa ad un mulo, ci si può imbattere in diverse cose interessanti: Per una bambola (cover live), Kate Moss (demo), Latte 70 (cover da Gaber, disponibilie in doppia versione: ufficiale e scartata)… ma bisogna stare attenti: di recente ho trovato un paio di brani la cui genuinità è molto dubbia… Aurelia, Nouvelle Vague, ecc…
Mi viene in mente un tizio che conobbi qualche anno fa in forma telematica: metteva in share canzoni di Vasco Rossi ricantate da lui, senza specificare che si trattava di cover artigianali… sperava che qualcuno le scaricasse e si accorgesse del suo innato talento, proponendogli un contratto discografico miliardario…
Diffidate degli “svariati tentativi di imitazione”…