La CandyCandy, il MalatoScialato ed il BuonGesù (1)
10 Maggio 2006 - Author: velenero - Nessun commentoL’altra sera, parlando con una mia cara amica che lurka questo blog, stavo illustrando le considerazioni che mi hanno portato a scrivere il Dubbio 16; lei (affetta dalla sindrome di cui parlerò, ma in via di guarigione) mi ha spronato a mettere per iscritto, in maniera organica e strutturata, la fenomenologia di questa patologia.
Scrivo questo post con qualche incertezza… il rischio è quello di atteggiarmi come i pazzi che ci sono ad Hyde Park a Londra… quelli che si mettono in un angolo e cominciano a pontificare sulla qualunque… se dovessi esagerare, fatemelo notare e io smetterò… dopo tutto, si tratta solo di un esperimento… 🙂
Molte donne sono (o sono state) affette dalla “sindrome della crocerossina”… non sto a descrivere questo comportamento femminile, perché è di dominio pubblico… e non penso che sia una cosa di cui vergognarsi, per due motivi semplicissimi:
- dalla “sindrome della crocerossina” si guarisce (di solito scontrandosi diverse volte con la durezza e l’ingiustizia del mondo);
- chi ne è affetta ha fatto del gran bene a diversi maschi imbranati (soprattutto in campo sessuale).
Esiste però un’acutizzazione di questa patologia che porta un’onesta crocerossina a convincersi di essere Candy Candy; quando ciò accade, la trasformazione è evidente, nonostante l’assenza di mutazioni fisiognomiche tipo “codini biondi” o “lentiggini”.
Solitamente, ad essere affetta dalla sindrome è una giovane donna di cultura medio-alta, dotata di forte senso pratico che le ha permesso di farsi strada nella vita, nonché di “bell’aspetto” (concetto in cui vanno raccolte tutte le definizioni intermedie che stanno tra “carina” e “fica-con-il-corpo-da-pornodiva”).
Ora, oggettivamente, una ragazza dotata di tali caratteristiche fisiche ed intellettive sarebbe nell’invidiabile posizione di poter “scegliere” a chi affezionarsi e con chi accoppiarsi, sottoponendo i candidati a rigide selezioni della specie, in cui si vanno a valutare: aspetto fisico, posizione sociale, quoziente intellettivo, livello d’istruzione, livello di manualità nelle piccole riparazioni domestiche, orientamento politico, dotazione sessuale ed esperienza pratica, rapportabilità e gradimento del soggetto in esame con i propri amici e parenti.
Ma chi è affetta dalla “sindrome di CandyCandy” non è interessata a queste cose, lei NON cerca “l’uomo ideale”… nonostante le mortificazioni a cui andrà incontro, lei riuscirà, attraverso la correzione di storture varie ed eventuali, a plasmarselo da sola l’uomo ideale… usando come “materia prima” quello che chiameremo il MalatoScialato.
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