10 agosto 2006
Mi sveglio stanco e di cattivissimo umore per colpa del Marchese… solo unabbondante colazione da Franco può aiutarmi ad affrontare meglio quella che sarà una luuuuunga giornata.
Gli altri vogliono passare la mattinata al mare ed io, che soffro di fotofobia ed eritemi violentissimi, decido di voler ricopiare su una pergamena la poesia che ho scritto in fretta e furia per lo sposo.
Apriamo una parentesi: nel giro dei miei amici di vecchia data, si è consolidata lusanza di scrivere una poesia (o meglio, una poèsia) in occasione di eventi particolari quali lauree, battesimi, matrimoni e affini); lultima volta che mi era capitato di fare una cosa del genere, avevo scritto un delizioso mottetto in sestine, ma stavolta il tempo era poco, così lo sposo avrebbe dovuto accontentarsi di versi in rima che non rispettavano alcuna regola metrica; ma io ho sempre pensato che limportante sia il contenuto e non la forma… e mi si darà atto che in una poesia in cui si narrano le gesta erotiche dello sposo, prima che mettesse la testa a posto, di contenuto ce nè parecchio.
Comunque… uscendo dallalbergo incrocio il fratello dello sposo e gli racconto cosa sto organizzando, lo lascio mentre continua a ridere in maniera sguaiata e sadica.
Trovare una cartoleria aperta il 10 di agosto a Siracusa è unimpresa più difficile del previsto… il sole brucia ed io ho avuto la felice idea di mettere una maglietta nera (sai la novità!); attraverso la città percorrendo solo tratti ombreggiati, con la consapevolezza che più il tempo passa, più il sole sarà perpendicolare alla Terra… perciò, niente ombra.
Tutte le cartolerie sono in ferie, ma io non demordo e continuo nella mia impresa disidratante, finché trovo la cartoleria dei miei sogni, compro la pergamena e torno in albergo.
Incrocio nuovamente il fratello dello sposo:
FdS: Vele… ma coshai?
V: Cosho…???
FdS: Sei strano… diverso… quando sei uscito eri pallidissimo… e ora sembri abbronzato…
V: Ho attraversato la città sotto il sole a picco… è una cosa che forse non avrei fatto neanche per mia sorella…
FdS: Sì, sei un eroe…
Ricopio la poesia sulla pergamena, mi cambio per andare allo spuntino offerto dagli sposi, bevo 4 caffè da Franco e poi comincia la parte più divertente della giornata: la vestizione delleroe.
Avevo giurato diverse volte al mio commercialista che non avrei esagerato nel modo di vestire, perché allultimo matrimonio a cui ero stato mi avevano ripetutamente scambiato per lo sposo… e devo ammettere che è una situazione davvero imbarazzante (specie quando baci ripetutamente sul collo la sposa).
Doccia, barba, deodorazione, vestizione vera e propria e, infine, acconciatura…. questo è il risultato:
Pronti per la partenza!
Cerimonia molto sobria, allietata da domande tra invitati a cui bisognava rispondere "obbiettivamente", fortunatamente nessuno si è commosso…
Il ricevimento mi stava molto a cuore, perché gli sposi mi avevano affidato la compilazione della playlist musicale… sono andato sul classico: bossa nova, soft pop, Mina… musica zuccherosa, ma non leziosa.
Dopo aver mangiato i primi, mi alzo dal mio tavolo e vado verso gli sposi che stavano facendo il giro degli altri tavoli; mi avvicino alla sposa e, con aria grave e serissima, le dico:
V: Sposa… è giunto il momento… ho delle importanti rivelazioni da farti… quando avete finito il giro, vi aspetto al vostro tavolo…
Sposa (con unespressione tra il divertito ed il curioso): Ah! Bene! Non vedo lora!
Sposo: Cosa cazzo hai organizzato, brutto stronzo & pezzo di merda?
V: Nulla di grave… ma è giusto che la ragazza sappia… continuate il vostro giro… io aspetterò e quando la sposa mi farà un cenno convenzionale, farò scoppiare lAPOCALISSE.
Lo sposo prosegue il giro dei tavoli con unespressione sempre più preoccupata… sicuramente le mie parole continuavano a rimbombargli in testa.
I camerieri servono i secondi, mangiamo in tutta tranquillità e, puntuale come un autobus bolognese, arriva il gesto convenzionale della sposa.
Mi alzo, vado al loro tavolo, in mano il microfono senza fili…
V: Buonasera a tutti! Io sono un amico dello sposo… e a questo punto della serata mi sembra il caso di fargli una domanda…
Lo sposo è in preda al panico… comincia a sudare freddo… leggo il terrore nei suoi occhi… che fantastica sensazione di onnipotenza! Lo tengo letteralmente per le palle!
V: Sposo… tu ed io ci conosciamo da almeno 15 anni… in tutti questi anni, mi hai mai sentito dire o fare cose di cattivo gusto….?
Sposo: Tutti i giorni…
V: Bene! Non hai ancora visto cosa ti combino stasera…
Attimo di pausa teatrale.
V: Fate un applauso alla mia valletta che mi porterà una pergamena su cui è scritta una "poèsia" composta per loccasione.
La mia valletta arriva con fare aggraziato, un cameriere mi porta un leggio in legno…
Comincio a declamare i versi, narrando in bella forma fatti che lo sposo avrebbe preferito dimenticare… alla fine di ogni strofa, la sposa commentava: "Sì, questa la sapevo…" "No, questa mi mancava…"
Alla fine della performance vengo salutato con unovazione (solo da parte di amici e parenti dello sposo, gli invitati della sposa sono rimasti un po freddini per ovvi motivi); dopo un po lo sposo si avvicina al mio tavolo e mi dice: "Mentre recitavi la poesia, il padre della sposa ha acceso una sigaretta e lha fumata in un unico tiro… e adesso non mi rivolge più la parola…"
Mi si avvicina anche la sposa e mi dice: "Grazie per tutto quello che hai fatto…"
E io: "No, grazie a te… perché hai avuto il fegato di sposartelo e ce lo hai levato dalle palle…"
Missione compiuta!
F I N E