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Il secondo disco è sempre il più difficile?

29 Maggio 2007 - Author: velenero - 7 commenti

Venerdì, subito dopo aver dichiarato pubblicamente quali erano i miei propositi per il fine settimana, ho ricevuto uno sms del mio amico Burio.

Stasera vieni al Covo che poi chiude?

P.S. La Title Track del nuovo degli Editors è un pezzo killer!

Coincidenza inquietante… ed anche le nostre impressioni coincidevano: la title track colpisce più del primo singolo estratto da questo An End Has A Start.

Nonostante dispiaccia dirlo, gli Editors funzionano solo quando rifanno i Joy Division; me n’ero già accorto ascoltando alcune b-sides prive di quel “tiro” tutto particolare che hanno i brani contenuti in The Back Door.

Smokers Outside The Hospital Doors al primo ascolto lascia un po’ spiazzati: senza dubbio una canzone godibilissima e con un testo splendido ma, a mio parere, lontanissima dal resto del disco e dalle aspettative di chi ha amato il primo album della band di Birmingham.

Sono sinceramente stanco di certi suoni che portano alla mente gli U2 e, così come ero rimasto deluso dal secondo disco dei Keane, temevo una cosa analoga da parte degli Editors; fortunatamente la succitata title track aiuta a riconciliarsi con la band e ad intraprendere un cammino lungo le otto rimanenti tracce che compongono questa raccolta.

Le reminiscenze degli U2 sono presenti anche in altre tracce, ma in maniera più moderata e discreta, come in Bones, dove certi passaggi sembrano presi da un’inedita del periodo in cui Bono e gli altri “erano ancora bravi” (diciamo fino a Rattle and Hum).

Escludendo la quasi “solarità” di Smokers, nel complesso si tratta di un album cupo quanto il primo, ma forse più intimista.

Non ho ancora ascoltato con abbastanza attenzione i testi, ma l’impressione è che Tom Smith abbia riproposto la linea stilistica di quelli di The Back Door: immagini semplici, di disarmante quotidianità, trasformati in costrutti poetici suggestivi e taglienti (basti pensare a versi come “Blood runs through your veins, that’s where our similarity ends”).

Ho la certezza che ci siano tanti altri piccoli e grandi elementi di questo disco che ancora mi sfuggono, perché, così come mi era già successo con il precedente album, di sicuro non basta un ascolto di due giorni per “metabolizzarlo”.

Categories: scaffali

Discussion (7 commenti)

  1. Sti cazzo di U2…
    Pare li conoscano pure i drim tiater… (gli ultimi due cd sono una via di mezzo tra U2 e Metallica… ho solo io quest’impressione?)

  2. by velenero

    @hedgehog: purtroppo questi sono i frutti della sovraesposizione mediatica che hanno ricevuto negli ultimi 15/20 anni…

  3. by Carmelo

    Lasciamo perdere i DT…
    dovrebbero cambiare nome per rispetto della musica che facevano nel periodo in cui tirarono fuori Images and words e Awake.
    :-/

  4. by Carmelo

    Quanto sopra, giusto per restare in tema di secondo disco e anche terzo disco, và.

  5. by alex

    beh…gli u2 dopo rattleandhum hanno sfornato achtung baby…

  6. by velenero

    @Carmelo: hai un debole per i DT, eh? 🙂

    @alex: sì, esatto… uno dei dischi più sopravvalutati della storia del rock…

  7. by vivacron

    bella questa canzone: sembrano i pearl jam che scopano con gli u2

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