È di ieri la notizia del via libera a Sky sul digitale terrestre.
Ed è buffo che il gruppo privato che detiene il monopolio di fatto del dtt, si sia messo a frignare e a minacciare ricorsi alla corte europea.
Intendiamoci, Rupert Murdoch non è il salvatore del sistema radiotelevisivo italiano; ma in un paese come l’Italia, in cui tutto è fermo dal 1991 (la famigerata legge Mammì e le altre leggi fantoccio fatte in seguito), uno scossone del genere non può che fare del bene.
Pensando al bordello televisivo italiano, non posso non fare i paragoni con quello tedesco…
Segue una lista di trivia:
– La televisione pubblica consta di due grandi network (ARD e ZDF), finanziati con il canone e in concorrenza tra loro (sembra quasi un film di fantascienza, no?);
– La televisione commerciale è dominata da due colossi dell’intrattenimento il gruppo ProSieben e il gruppo RTL (che opera direttamente in tutti i paesi europei, tranne che in Italia… chissà perché…?);
– Oltre ai due grandi colossi privati, esistono realtà televisive più piccole (come Tele5, che una volta era di proprietà di un imprenditore italiano), ma ugualmente godibili, che trasmettono film, cartoni, programmi d’intrattenimento (e non solo programmi che parlano di calcio e televendite come avviene in Italia);
– Murdoch è arrivato anche qui e ha trasformato la piattaforma satellitare Premiere in Sky Deutschland; nè la tv pubblica; nè i due grandi colossi privati si sono sognati di creare una loro piattaforma satellitare per ripicca;
– La Germania è stato il primo paese, negli anni 50, ad investire nella televisione via cavo (inizialmente usavano le microonde…). Attualmente ci sono una serie di società che operano su base regionale e che forniscono servizi capillari e omnicomprensivi (telefono, tv, internet).
– Il passaggio da tv analogica a tv digitale è stato rapido, indolore e quasi non percepito: niente minacce di switch off, niente decoder prodotti dal fratello del Presidente del Consiglio pagati con soldi pubblici, niente problemi di frequenze o di ricezione del segnale.
Tutte queste stranezze appena elencate sono dovute dal fatto che qui i soggetti che operano nel settore televisivo, lo fanno in un regime di “libero mercato” (parola con cui ci si riempie la bocca molto spesso in Italia), dove lo Stato eroga un servizio pubblico ed al contempo è giudice imparziale…
E soprattutto, vi suonerà strano, ma Angela Merkel non è la proprietaria di RTL o di ProSieben, nè di nessun altro gruppo televisivo…