Dopo il fattaccio del Virginia Tech, com’era prevedibile, si parla di armi.
Sentire la solita solfa degli Stati Uniti che sono un paese malato, che sono rimasti ai tempi del far west, che sono tutti psicopatici e bla bla bla… qualunquismo a quintali, opinioni preconfezionate con cui riempire la pausa pranzo insieme ai colleghi.
A me incuriosisce molto di più sentire il parere di chi, su questo argomento, ha posizioni diametralmente opposte alle mie: Robinik e Libertarian.
Tra i commenti del post di quest’ultimo, c’era il suo, che, dal mio punto di vista, sembrava scritto secondo il buon senso e la ragionevolezza.
E’ sensato e ragionevole tenere i bambini lontani dalle armi giocattolo (che poi, a pensarci bene, “arma giocattolo” è un ossimoro)… però, mentre leggo, mi torna alla mente un episodio della mia infanzia.
Avrò avuto 6 anni, quando un giorno mio padre mi regalò non una pistola, non un fucile, ma un mitra giocattolo: un M16 a grandezza naturale!
Se penso a questa cosa col senno di poi (ovvero da adulto obiettore di coscienza, pacifista, socialisteggiante) mi rendo conto che mio padre faccia la figura del militante di Forza Nuova, il quale comincia ad indottrinare la sua creaturina circa la lotta e la vittoria.
Mio padre è un ex democristiano che si è buttato a sinistra…
Detto ciò, mi chiedo se tenere i bambini lontani dalle armi giocattolo serva davvero a qualcosa; tanto più che io il mio mitra non lo vedevo neppure come un’arma, non ho mai giocato ad uccidere nessuno… ciò che mi attraeva era il rumore… quel tatatatatatà di morandiana memoria.
Update: ho letto questo post a mia madre, che aveva totalmente rimosso la storia del mitra.
Ha commentato dicendo che mio padre è uno squlibrato a fare regali del genere ad un bambino di 6 anni… e che l’unico motivo per cui io non sia poi diventato un estremista di destra o un serial killer è perché, come in tutte le mie cose, ho voluto fare il bastian contrario a tutti i costi. Cuore di mamma!