Ieri sono andato in uno splendido cinema di periferia a vedere Saw IV di Darren Lynn Bousman.
Avevo avuto la possibilità di vederlo tempo fa in lingua originale, ma, nonostante il mio egregio inglese, avevo preferito aspettare la versione italiana, perché in questa serie la trama è già contorta di suo, quindi è meglio ottimizzarne l’intellegibilità.
Quando uscì il primo Saw – L’enigmista, ero incredibilmente scettico… pensavo all’ennesimo horrorino da fighette (cit.), tipo il remake di Non aprite quella porta et similia; poi, su pressioni "vaginali", fui costretto a vedere tutti e tre i capitoli d’un fiato.
Che sorpresa!
Il primo Saw era un film ben scritto, ben diretto e ben interpretato, con una cifra stilistica forte ed un’estetica immediatamente riconoscibile (date un’occhiata al sito ufficiale per farvene un’idea).
Di solito, chi va a vedere un film horror cerca suspense ed un po’ di sano budello; la serie di Saw offre entrambi in abbondanza: i colpi di scena montati sapientemente all’interno del flusso narrativo e le atrocità mostrate fin nei mini dettagli (a differenza di certe produzioni che, ipocritamente, lasciano la macelleria fuori campo).
A dire la verità, la trama di Saw II era meno potente di quella del primo, ma la tensione si è risollevata con il terzo capitolo.
Dicevo che i Saw sono dei film ben scritti (cosa rarissima per le produzioni hollywoodiane contemporanee) ed hanno due particolarità: ogni capitolo comincia esattamente dove finiva il precedente ed è fruibile anche da chi non ha visto tutta la serie (certo, avendo visto anche gli altri si apprezzano più particolari).
Detto ciò, Saw VI Saw IV è un film che dal punto di vista figurativo regala diversi colpi allo stomaco; il meccanismo della trama è ormai noto e quindi coinvolge un po’ meno; rimane la curiosità di sapere come faranno proseguire la trama nel quinto episodio…
Sì, ci sarà anche il quinto episodio… uscirà in autunno.