Il Future Film Festival compie 10 anni. Niente multisala Capitol quest’anno, ma proiezioni equamente suddivise fra tre sale nel centro di Bologna: il Manzoni, il Jolly e l’Europa.
15 gennaio 2008
Durante la serata iniziale, la partecipazione del pubblico è stata massiccia (sarà che l’ingresso era gratuito…) per assistere alla proiezione di
Wood & Stock: Sexo, Orègano e Rock’n’ Roll di Otto Guerra, Brasile 2006
Wood e Stock sono due hippy di mezza età, per nulla "sincronizzati" con il mondo contemporaneo; uno dei due ha famiglia, l’altro è mantenuto dal padre. La morte del vecchio darà la spinta ai due per provare a realizzare un loro vecchio sogno: mettere su una rock band e vincere un premio canoro.
Ispirato ad una striscia underground brasiliana, è un ottimo film realizzato prevalentemente con tecniche tradizionali e con un uso discretissimo della computer graphic.
16 gennaio 2008
La Antena di Esteban Sapir, Argentina, 2007
Un’intera città è rimasta senza voce. Sembra che le uniche cose a contare siano i programmi televisivi, gli incontri di boxe e degli strani biscotti a forma di spirale. Mr. TV, proprietario del canale televisivo, ha creato una macchina che sottrarrà alla gente l’unica cosa che è rimasta loro: le parole.
Film "muto" nel senso più squisitamente diegetico, è un complesso omaggio al cinema delle origini, alle fantasmagorie di Georges Melies ed all’estetica degli espressionisti tedeschi. Salvo un uso un po’ gratuito di certi simboli contrapposti (svastica e Stella di David), una vera gioia per gli occhi.
Hakujaden (Il serpente bianco) di Taji Yabushita, Giappone, 1958
Si tratta del primo lungometraggio d’animazione a colori della storia giapponese e primo film della Toei Doga; uno sforzo produttivo ed economico notevole per l’epoca. Si ispira ad una leggenda della tradizione cinese: la contrastata storia d’amore tra il giovane Hsu Hsian e la bella Pai Niang, incarnazione umana di uno spirito serpente.