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Un post diverso dal solito… (però leggetelo fino alla fine)

7 Febbraio 2007 - Author: velenero - 5 commenti

Un paio di anni fa il mio amico Keletto mi passò un corto che s’intitolava The Man with the Smallest Penis in Existence and the Electron Microscope Technician Who Loved Him (L’uomo con il pene più piccolo del mondo ed il tecnico di microscopio elettronico che lo amò)…

Sapendo che razza di persona sia Keletto, pensai che fosse uno di quei filmati idioti che si trovano in rete e che fanno il giro del mondo senza un vero perché (potrei citarne un paio, ma anche no).

Poi, un giorno, dopo mesi che quel corto stava lì, decisi di guardarlo e mi trovai di fronte ad un piccolo capolavoro animato, fatto di ironia e romanticismo stralunati, realizzato con uno stile accantivante, che ricorda la grafica pubblicitaria degli anni 50 e 60…

In seguito, scoprii che il suo autore, Patrick O’Brien, era un quotatissimo indipendente che aveva lavorato in ambito pubblicitario anche con nomi grossi (MTV, Microsoft).

Ora… ieri mi chiedevo com’è che, da un pezzo, non circolavano suoi nuovi lavori… ho fatto un paio di ricerche e ho scoperto una cosa non esattamente gradevole…

Patrick sta girando un film dal 2006, non si tratta di un film di animazione, ma di un documentario su se stesso e sulla malattia che lo ha colpito nel 2004… il film s’intitola October 5, 1974.

Traduco le parole con cui Patrick descrive questo suo progetto:

Mi chiamo Patrick. Un giorno, durante l’autunno del 2004, ho notato un tremolio involontario delle mie gambe. Per molto tempo non ho saputo quale fosse la causa esatta. Tuttavia, il 24 maggio del 2005, mi è stata ufficialmente diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica (conosciuta anche come ALS o morbo di Lou Gehrig), una malattia terminale che consiste nella progressiva degenerazione dei nervi e dei muscoli responsabili dei movimenti volontari. E’ una malattia fatale ed incurabile. Avevo 30 anni. Nel corso del 2006, documenterò il mio viaggio con l’ALS in un film a 35mm. Questa sfida mi ha dato un punto focale per canalizzare le mie energie, e spero che ispiri altri a restare in movimento durante le loro avversità. A questo punto della mia vita, la mia intenzione è di essere in pace con me stesso, e proseguire il mio lavoro di fare film sulla ricerca della verità. Tutta la mia vita da adulto l’ho passata a fare film – film con personaggi inconsueti, storie di anime fragili. Ora, negli ultimi anni della mia vita, il film che sto facendo, il personaggio che ho provato a scrivere con forza in tutti questi anni, la storia che mi è scappata dai fogli, si sta spiegando sul mio corpo, nel mio sistema nervoso, e di fronte ai miei occhi. Sono diventato il personaggio del film che mi sono sforzato di portare sullo schermo in tutti questi anni.

Esiste una fondazione intitolata a Patrick O’Brien, in cui si parla meglio di lui, del suo film, della malattia e della possibilità di fare delle donazioni per finanziare la ricerca.

Ora, so che non farà guarire Patrick, né che, improvvisamente, verrà scoperta una cura miracolosa, ma io una piccola donazione l’ho fatta… forse per paura e per mettere a tacere la mia coscienza… perché sono coetaneo di Patrick e faccio film anch’io, ma il mio sistema nervoso funziona ancora.

Categories: personaggi

Discussion (5 commenti)

  1. by toso

    Hai fatto proprio bene a scrivere questo post.
    E’ sempre difficile confrontarsi con queste cose.
    Ma si deve farlo e guardando come sta affrontando questo ragazzo la sua vita, non c’è che da imparare.

  2. Di fronte a storie di questo tipo (se ne sentono abbastanza spesso), in cui un forte dolore (che, in questo caso, avrà fine solo con la morte) diventa un motore di creazione, al di là della tristezza che si prova c’è da interrogarsi profondamente sulla forza che la natura umana ha in sè.

  3. by Rea

    Non conoscevo P. O’Brien, grazie per la segnalazione e per la delicatezza con cui hai toccato l’argomento con il quale ebbi personalmente a che fare tempo addietro (non io, io sto benone!).

    In casi come questo, l’istinto di conservazione è presente ma impotente e dà sfogo a se stesso ceando ciò che sa creare. Un modo per sopravvivere alla propria certa e imminente morte.

  4. by Nalkila

    Ed ho anche visto il video… “un piccolo capolavoro di ironia e romanticismo stralunati” rende perfettamente… ho visto anche il video di Patrick, fa paura trovarsi davanti un ragazzo della nostra età, ci si chiede se anche noi riusciremmo ad essere così forti al suo posto…

  5. by carmen

    Oltre al tuo posto ho letto cio’ che ha scritto lui … 30 anni … questo alle volte mi fa pensare che bisognerebbe seguire piu’ le nostre aspirazioni pensieri e desideri senza star troppo a badare a cosa potrebbero pensare gli altri!

    Carmen

    P.s mi son persa per un po’ 🙂

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